Socrate condannato per stalking

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[dropcap] D [/dropcap]omenica 30 aprile 399 a.C., ore 14:00. Gli ateniesi finiscono di pranzare, si mettono sul divano e accendono la tv, sintonizzandosi con il programma “Domenica in… – L’emiciclo”, condotto da Massimo Giletti. Vediamolo assieme.

Titolo a video: SOCRATE CONDANNATO PER STALKING – I suoi discepoli: «Giustizia a orologeria. L’accusa era chiaramente politica. Ora speriamo nell’indulto»

Si accendono le luci sullo studio, entra Massimo Giletti.
GILETTI: Buon pomeriggio, signori, e ben trovati per questa nuova puntata de “L’Emiciclo”, la nostra rubrica di approfondimento giornalistico sui fatti della settimana. Come avete visto già dal titolo, affronteremo oggi, nella prima parte della trasmissione, un tema scottante, che tanto ha fatto parlare i giornali e le tv in questi giorni, ovvero la condanna di Socrate. Abbiamo qui con noi alcuni ospiti speciali: oltre al nostro massmediologo Klaus Davi, ospite fisso, vorrei che accoglieste con un applauso l’onorevole Anito, cuoiaio ed esponente di spicco del Partito Democratico; Alba Parietti, showgirl e opinionista; uno dei più autorevoli discepoli di Socrate, Critone; Vittorio Sgarbi, critico d’arte e uomo politico; il signor Platone, un altro giovane allievo del condannato; Christian De Sica, al cinema in questi giorni con “Vacanze di Natale a Sparta”, film leggero e divertente ma che trae anche spunto proprio dalla vicenda di Socrate; infine, il grande commediografo Aristofane, che ha accettato per la prima volta di partecipare a una trasmissione televisiva e che per questo ringraziamo calorosamente.
(Numerosi applausi)
GILETTI: Allora, i fatti sono – credo – abbastanza noti. Si è concluso qualche giorno fa il processo a Socrate, celebre ateniese sul cui capo pendevano numerose accuse. È stato un processo per direttissima, ricco di colpi di scena; l’avrete sicuramente visto trasmesso in diretta dalla nostra emittente col commento di Maurizio Costanzo e Mara Venier. Si è molto discusso sulla fondatezza delle accuse, sull’equità della pena, pure sulla decisione di Socrate di difendersi da solo e rifiutare l’aiuto che gli era stato offerto da vari eminenti avvocati, come Giuliano Pisapia o Lisia. Vorrei partire proprio da qui, e rivolgo la domanda al signor Platone che, mi dicono, conosce molto bene Socrate: perché ha rifiutato di essere difeso da un professionista?
PLATONE: Vorrei risponderle citando e spiegando un mito…
GILETTI: Un mito? Guardi che la mitologia sta passando di moda, soprattutto la domenica dopo pranzo…
PLATONE: Ah, no, ma è un mito senza eroi o dei, più che “mito” sarebbe corretto chiamarlo “racconto” o “favola”. Dunque, immaginatevi una oscura caverna…
GILETTI: Signor Platone, la prego: i tempi televisivi…
PLATONE: Ma faccio presto, roba di dieci, quindici minuti al massimo…
GILETTI: Dieci, quindici minuti? Sta scherzando, spero!
ANITO: Glielo dico io perché non ha voluto un avvocato. Non l’ha voluto perché è pieno di sé, crede di essere l’uomo più sapiente del mondo. Ritiene che tutti gli avvocati, come i politici del resto, siano solo degli ignoranti.
PARIETTI: Come dargli torto?
ANITO: Prego?
PARIETTI: Sull’ignoranza dei politici, intendo. Guardiamoci attorno: la nostra classe politica è pessima.
ANITO: Signora, io non le permetto…
PARIETTI: Non la prenda sul personale.
ANITO: Ma sì che la prendo sul personale: è del mio mestiere che stiamo parlando. Vogliamo discutere della preparazione delle soubrette televisive, per caso?
GILETTI: Vi prego, non usciamo troppo dai binari. Dunque, l’onorevole Anito sostiene che Socrate fosse troppo orgoglioso – se ho capito bene – per farsi difendere da qualcun altro. Cosa ne dice Vittorio Sgarbi?
SGARBI: Oh, io comprendo benissimo la scelta di Socrate; al di là dell’opinione che si può avere su questo o quell’avvocato, mi sembra una scelta onorevole. Il problema di Socrate non è che si sia difeso da solo, ma che la sua giuria era composta da capre! La sua condanna è uno dei peggiori obbrobri della storia del nostro diritto.
GILETTI: Parole forti. Quindi per lei, Sgarbi, Socrate non era da condannare?
SGARBI: Assolutamente. Persone come Socrate fanno solo il bene della città. Anzi, quando ha detto che Atene avrebbe dovuto pagargli una sorta di stipendio anziché condannarlo mi sono messo ad applaudirlo nel mio salotto.
PLATONE: Sì, era più o meno quello che volevo dire anch’io. Infatti se dentro alla caverna immaginiamo la presenza di un muro…
GILETTI: Signor Platone, la prego. Ritorniamo al punto. Anzi, prima di proseguire lancerei un servizio curato dalla nostra redazione sulle accuse che sono state rivolte a Socrate dal poeta Meleto, tra l’altro conoscente e amico del nostro ospite onorevole Anito, dico bene?
ANITO: Conosco molte persone, dottor Giletti…
GILETTI: Certo, certo. Vediamo.

(Parte un servizio in cui si vedono molte immagini di Socrate e del processo, commentate da una voce fuori campo)
Sono passati appena tre anni dalla caduta dei Trenta Tiranni quando Meleto figlio di Meleto, un poeta relativamente noto in città, cita Socrate in giudizio, accusandolo, testualmente, di «non riconoscere come Dei quelli tradizionali della città ma di introdurre divinità nuove; ed anche di corrompere i giovani».
L’accusa verrà rincarata, nelle settimane immediatamente successive, da alcuni mass media: “Socrate è uno stalker?” è il titolo di un celebre numero di “Oggi”, mentre “Tv Sorrisi e Aedi” lancia in copertina un’intervista esclusiva a Valeria Marini: «Socrate mi ha dato dell’ignorante e mi ha seguita fino a casa per tormentarmi».
L’idea del corruttore di giovani e persecutore di persone innocenti si fa strada nell’opinione pubblica, grazie anche a un’attività di dossieraggio non indifferente. “Il Giornale” e “Libero”, a giorni alterni, pubblicano foto inedite e indiscrezioni sui rapporti di Socrate con due personaggi di dubbia popolarità di cui sarebbe stato maestro e mentore: da un lato Crizia, leader dei Trenta Tiranni e responsabile di innumerevoli morti; dall’altro Alcibiade, traditore della patria. Inoltre pare – ma qui le fonti si fanno più confuse e meno attendibili – che Socrate abbia acquistato con denaro spartano un appartamento a Montecarlo e si sia appartato più volte con dei trans brasiliani.
Per quanto riguarda le accuse, Socrate e la sua cerchia le hanno fin da subito ritenute pretestuose, sostenendo che la causa del processo fosse in primo luogo politica e che dietro a Meleto stessero importanti esponenti del Partito Democratico, tesi per ora non suffragata da prove.

(Si torna in studio)
GILETTI: Allora, queste sono le accuse. Abbiamo chiesto a Valeria Marini di essere dei nostri questo pomeriggio, ma la signora si è detta ancora scossa dall’accaduto, in quanto Socrate le sarebbe entrato in casa e l’avrebbe tormentata per un giorno intero. Che dice, Critone, Socrate è davvero uno stalker?
CRITONE: No, assolutamente. Socrate è una persona che si interessa agli altri, che tenta di farli ragionare. Certo, dovrebbe badare di più a come il suo insegnamento viene percepito dal grande pubblico, dovrebbe stare più attento all’opinione della gente. Voglio dire che a volte esagera, ma esagera a fin di bene.
ANITO: Esagera a fin di bene? Vorrei ricordarvi che lo stesso Socrate, al processo, si è autodefinito un tafano, perché sa bene quanto può essere fastidioso. E ditemi voi, cosa si fa coi tafani? Li si scaccia, mica si continua a lasciarsi pungere…
DE SICA: Se posso intromettermi… io non so molto di questo Socrate… cosa volete, ho altri interessi, il cinema… e poi ogni tanto bisogna pure svagarsi, partecipare a qualche trasmissione di Carlo Conti… ma, volevo dire, se ho capito bene, questo Socrate è stato accusato perché dà fastidio un po’ a tutti o quasi, anche se pensa di far bene, dico giusto?
GILETTI: Almeno questo è quello che sostengono i suoi ammiratori, i suoi fan.
DE SICA: Eh, allora lo capisco, questo Socrate. Anch’io tante volte, in carriera, ho dovuto affrontare la critica, che non è mai stata tenera con me. L’arte non viene capita quasi mai, va sempre incontro ai presunti “intellettuali” che poi magari non ne capiscono un tubo di ciò di cui parlano. Non è così che dice anche questo Socrate, no? Tutti i sapienti in realtà sono ignoranti e gli ignoranti sapienti? Be’, io è tutta la vita che vado in giro dicendolo.
ARISTOFANE: Eh, no, però, ora basta! Non diciamo cretinate…!
DE SICA: Eccolo, arriva il grande commediografo…
ARISTOFANE: Eh sì che sono un grande commediografo!
DE SICA: Va’ là, Aristofane, va’ là. Puoi parlare esclusivamente perché oggi si ricordano solo le tue opere principali, “Le vespe”, “Gli uccelli”, “Le rane”. Ma io mi ricordo anche quelle che scrivevi una volta, da giovane, per me e i Vanzina. Dillo che la “Lisistrata” è una riscrittura più esplicita e volgarotta di “Sapore di mare”!
GILETTI: Signori, signori, vi prego…
ARISTOFANE: Io quel tipo là lo lascio proprio perdere, guardi. Io volevo solo dire che Socrate lo conosciamo bene, noi intellettuali – intellettuali veri, intendo – e che sia un corruttore di giovani non c’è proprio dubbio, al di là di Crizia e Alcibiade. Lui e i sofisti sono una cosa sola: abili parolieri e poco più. Basta vedere com’è andato il processo: ha passato tutto il tempo a cercare di rivoltare le accuse che gli venivano rivolte, senza chiarire in realtà alcunché. Ha cercato di ingarbugliare la matassa e poco più, e gli è andata ovviamente male. Ma questo è il destino che spetta a tutti sofisti…
PLATONE: Sul destino da riservare ai sofisti sono d’accordo, ma Socrate non è un sofista, assolutamente. Basta guardare il discorso sulla virtù…
GILETTI: Signor Platone, la prego, non entriamo in tecnicismi…
ANITO: E poi lui non lasciatelo parlare, ché è nipote di Crizia!
ARISTOFANE: Ah, un raccomandato pure lui, come De Sica…!
DE SICA: Ehi, io il mio successo me lo sono costruito tutto con le mie mani. E non l’ho mai rinnegato. Mica come altri, che hanno fatto i miei stessi film o le mie stesse trasmissioni tv e ora si atteggiano a mente critica della sinistra ateniese.
PARIETTI: Non starai mica parlando di me, per caso?
GILETTI: Signori, signori, vi prego. Volevo coinvolgere un attimo Klaus Davi, introducendo anche i risultati di un sondaggio che abbiamo commissionato all’Istituto Piepoli. In pratica abbiamo chiesto a un campione di cittadini ateniesi se fossero d’accordo con la condanna e con la pena inflitte a Socrate, che, ricordiamolo, è stato condannato a morte. Be’, il 72% del campione ha detto di ritenere Socrate colpevole, mentre solo il 43% si è detto d’accordo con la pena; la maggioranza infatti avrebbe preferito l’esilio per il filosofo. Tu che ne dici, Klaus?
DAVI: Mah, è un caso molto particolare di una serie di cattive scelte da parte del PR di Socrate: non ne hanno azzeccate una. Davanti all’accusa, infatti, bisognava in primo luogo dimostrarsi molto disponibili coi mass media, rilasciare interviste, andare ospite da Barbara D’Urso o in qualche programma simile, mentre Socrate non è più comparso a video, alimentando nell’opinione pubblica l’idea della sua colpevolezza. La persecuzione della Marini, poi, è stato il colpo di grazia alla sua strategia difensiva: dire alla Marini che è ignorante può sembrare un’ovvietà, ma macchiarsi di violazione di domicilio per ribadirglielo è stata una scelta decisamente infelice. Ne parlavo proprio con Critone, che si è rivolto a me – purtroppo tardivamente – per qualche consiglio sul da farsi…
GILETTI (a Critone): Davvero?
CRITONE: Sì. Volevo studiare se c’era qualche possibilità di un ricorso, di un riesame della situazione…
SGARBI: E si è rivolto a questo mentecatto?
DAVI: Ehi, piano con le parole…
SGARBI: Senta, Critone, lei deve andare da Berlusconi. Anche lui ne ha passate di cotte e di crude con quelli di Magistratura Democratica, e di esperienza ne ha. E poi è un tipo generoso, fin troppo. Vada da lui e vedrà che il suo amico Socrate se ne esce di galera in quattro e quattr’otto.
CRITONE: Fosse facile: non vuole.
GILETTI: Ehi, c’è un colpo di scena, mi pare, un scoop: Socrate non vorrebbe uscire di prigione? Ho capito bene?
CRITONE: Rifiuta categoricamente ogni aiuto da parte nostra, anche le collette che avevamo messo in piedi per, come dire, migliorare un po’ la sua posizione nei confronti della giustizia. L’ultima volta c’era anche Platone, può testimoniarlo pure lui.
PLATONE: Sì, è vero. Tutto questo però mi ricorda il racconto di cui parlavo prima. Attaccati al muro, legati, ci sono infatti degli schiavi, che rappresentano noi tutti, e uno di questi schiavi rappresenta Socrate che…
GILETTI: Ma la prego, signor Platone, la prego. Gliel’ho già detto: i tempi televisivi sono feroci. Tra poco dobbiamo lanciare la pubblicità e poi dobbiamo passare ad affrontare, con altri ospiti, il tema della diffusione della chirurgia plastica tra le donne di una certa età. Ah, a proposito, tu Alba puoi rimanere, ci interessa il tuo parere.
ANITO: L’avevo detto io che quello là era meglio non farlo parlare.
PLATONE: Ma prima o poi qualcuno mi ascolterà. Cattiva maestra televisione…!
DAVI: Adesso si cita pure Popper… Guardi che uno come lei, a Popper, mica gli sarebbe piaciuto. E poi sta passando di moda.
GILETTI: Vi prego, vi prego. Siamo quasi in chiusura. Se è vero che Socrate non vuole far nulla per rivedere la sua posizione, significa che la sentenza sarà presto eseguita. Cosa accadrà dopo? La nostra fragile democrazia come ne uscirà?
ARISTOFANE: Oh, ne son morti di filosofi, non sarà né il primo né l’ultimo. Protagora, per dirne uno, morì appena partito per l’esilio. Tra l’esilio e la morte non c’è poi tutta questa differenza, in realtà.
ANITO: Anch’io penso che non ci saranno grandi scossoni. Tempo qualche anno e ci saremo scordati tutti di questo Socrate. Certo, non credo fosse nelle intenzioni degli accusatori arrivare a questo punto, arrivare a farne un martire, ma direi che se l’è cercata. Ripeto: niente di eroico, niente di memorabile.
GILETTI: E tu, Klaus, che dici?
DAVI: Io penso che una morte del genere sarebbe invece un buon elemento da cavalcare per un qualche erede. Chessò, un discepolo che voglia percorrere le orme del maestro: tirando in ballo la storia del Socrate martire della filosofia potrebbe vivere di rendita per buona parte della sua vita.
GILETTI: Benissimo, mi fanno ampi cenni dal coordinamento. Abbiamo superato il tempo a nostra disposizione, dobbiamo lanciare la pubblicità ma prima voglio ringraziare i nostri ospiti e salutarli. Vi ricordo di andare a vedere il film di De Sica, “Vacanze di Natale a Sparta”: c’entra con tutto questo, vero, Christian?
DE SICA: Sì. Come al solito è un film a episodi, con vari personaggi che si ritrovano a Sparta per celebrare il Natale sciando insieme agli opliti; tra tutti questi ci sono anche Socrate e Santippe, interpretati da Ricky Memphis e Sabrina Ferilli, fuggiti da Atene ma in crisi coniugale per il carattere non sempre conciliante della moglie.
GILETTI: Benissimo, grazie, lo vedremo di sicuro. Sulla questione-Socrate ci terremo aggiornati nei prossimi giorni. Adesso pubblicità e poi tutti di nuovo qua per parlare di liposuzione e seni rifatti. A tra poco.

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