Mamma mia i dati sull’abbandono scolastico

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Come forse saprete, quest’anno completo l’orario del diurno con un corso serale. Dei vantaggi e degli svantaggi dell’istruzione degli adulti ho detto qualcosa, in velocità, qualche settimana fa, ma una delle cose che più mi ha colpito all’inizio è che la recente riforma dell’IDA (Istruzione degli Adulti) prevede che ci si possa iscrivere ad un corso serale già a 16 anni. Considerando che il serale, secondo le ultime disposizioni, potrebbe anche essere compresso in tre soli anni, un ragazzo potrebbe tranquillamente farsi tutto il liceo in tre anni – considerando che poi coi lavoratori del serale si è molto più flessibili e accomodanti per quanto riguarda verifiche e voti – e prendersi il suo bel diploma a 19 anni come i suoi coetanei che frequentano il diurno (ma in 5 anni e con maggior fatica).

Insomma, io e i colleghi ci stupivamo di quanto il Ministero sembrasse insistere sui sedicenni, a cui originariamente il corso serale non era stato certo destinato. Ebbene, oggi la risposta è arrivata, quando il sito di Internazionale ha diramato i dati sulla dispersione scolastica di Tuttoscuola elaborati a partire da quelli del MIUR.

Una vignetta sull'alto tasso di abbandono negli USALa situazione è a dir poco drammatica (e nemmeno io me ne ero reso pienamente conto, anche perché a quanto pare vivo in una delle poche province virtuose). Negli ultimi 15 anni quasi il 32% dei ragazzi che si è iscritto alle superiori (nella scuola statale) non ha completato il percorso di studi. Vuol dire che quasi 3 milioni di ragazzi (su un totale di 9) non è riuscito a diplomarsi, almeno nella scuola pubblica (probabilmente alcuni ce l’avranno fatta passando al privato, o facendo gli esami da privatisti, ma la sostanza cambia poco).

È un dato impressionante. Uno su tre non ce la fa. Uno su tre. E non stiamo parlando solo dei professionali, dove il tasso di abbandono è naturalmente abbastanza alto, ma della somma di tutti gli istituti superiori, compresi anche istituti tecnici e licei. Uno su tre.

Lo confesso: sulle prime ho pensato “sarà un problema di alcune regioni, di alcune aree poco scolarizzate”. E invece non è così: perché se è vero che in Sicilia, Sardegna e Campania il dato sfiora il 40%, in Lombardia e in Toscana sfiora il 30, dandoci una panoramica che unisce più o meno tutta l’Italia, da nord a sud.

Aule spesso vuoteI motivi di questi abbandoni potrebbero essere molti, e il dossier ovviamente non li chiarisce, fornendo solo i dati. Il fatto che in Toscana, ad esempio, tra le province con la dispersione più alta ci sia quella di Prato fa pensare che la possibilità di trovare lavoro dequalificato sia allettante per chi non va bene a scuola. Se si pensa poi alla provincia dei record – quella di Caltanissetta, con quasi il 42% di dispersione (ma Palermo e Catania seguono a ruota) – vien da pensare che incida anche una certa refrattarietà culturale nei confronti della scuola.

Anche il dato scorporato per tipologia di scuola, comunque, fotografa un quadro preoccupante: nei professionali l’abbandono è sopra al 38%, ma anche negli artistici (complice forse l’attrattiva del tessile e dell’artigianato) si sfiora il 35%; e perfino il 21% degli scientifici e il 18% dei classici – scuole in cui dovrebbero andare teoricamente ragazzi molto motivati – dà da pensare.

L’unica cosa positiva è che il tasso di abbandono è in decrescita costante negli ultimi anni: nel 2008 il 19,7% abbandonava già a 16 anni, espletato l’obbligo scolastico; nel 2013 questo dato era calato al 17%. Ma in Francia la statistica si ferma al 9,7%, circa la metà dei nostri; nel Regno Unito siamo al 12,4%, in Germania al 9,9%, in Austria addirittura al 7,3%, in Svezia al 7,1%. Peggio di noi fanno solo, nell’area europea, Spagna, Portogallo, Romania e Turchia (ben staccata dagli altri contendenti, con il 37,5%).

Insomma, il serale è un tentativo (estremo) di arginare questa fuga dalla scuola superiore. Basterà? Ho i miei dubbi.

Una vignetta sull'alto tasso di abbandono negli USA

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