Il figlio di Rousseau

I

Rousseau col figliolettoJean-Jacques Rousseau è uno dei filosofi più particolari, tra quelli che si studiano al liceo. Come forse saprete, infatti, la sua vita fu contraddistinta da stranezze a non finire: lui, uno dei più grandi filosofi del suo secolo, si accompagnò (e solo in tarda età si sposò) con una ragazza analfabeta, dalla quale pare ebbe cinque figli, tutti abbandonati in un orfanotrofio.

D’altro canto, un sistema politico così ardito – capace di proporre una forma di democrazia diretta in tempi in cui già parlare di diritti inalienabili era considerata sedizione – non poteva che provenire da un personaggio borderline, se così possiamo definirlo. Per la rubrica che tengo sul blog del mio editore, Fazi, ho deciso di immaginare cosa poteva esser successo a uno dei famosi cinque figli di Rousseau, intrecciando le sue vicende con quelle di un noto romanzo dell’Ottocento.

 

Quello che i filosofi non dicono
(siamo così, dolcemente complicati)

Il figlio di Rousseau

Nonostante io sia stato un misero orfanello, la mia vita è stata sempre contrassegnata dall’incontro con alcune importanti personalità del mondo delle lettere e del pensiero. Incontri di cui per la verità io non ero neppure consapevole, all’epoca, ma che solo ora, giunto a tarda età, so valutare in maniera appropriata.

Ad esempio, qualche mese fa ho conosciuto un giovane giornalista inglese, Charles qualcosa, che ha voluto sapere tutto della mia vita. Gliela ho raccontata, durante una lunga cena in una locanda dei sobborghi della capitale, e – come ho scoperto proprio in questi giorni – lui, irriconoscente, la sta usando per costruirci sopra un intero romanzo, con un ragazzino britannico al mio posto; l’unico omaggio che mi ha fatto è quello di mantenere il mio nome nel protagonista, ma per il resto non spiega in alcun modo l’origine del suo racconto.

[continua su Le Meraviglie]

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