I giochi in scatola di Silvio B.

Breve premessa

Ogni tanto, quando sono in giro o nell’ora buca a scuola, mi vengono in mente delle idee bislacche che appunto da qualche parte, su un’agenda o più spesso sul cellulare, pensando che poi la riprenderò in mano, la sistemerò e ne trarrò un post. A volte le cose poi vanno effettivamente così, ma spesso, rivedendo quelle idee a mente lucida, mi rendo conto che sono delle scemenze e le cestino.

In casi più rari, quegli appunti finiscono sepolti sotto a molti altri, dimenticati o persi, rispuntando fuori a distanza di molti anni. Oggi mi è capitato così di ritrovare queste poche righe che trovate qui di seguito, che non mi risulta aver mai pubblicato da nessuna parte. Sono forse un po’ datate nei loro riferimenti all’attualità, ma mi pare facciano ancora ben ridere. Quindi eccovi le fantastiche regole de…

 

Il Taboo di Silvio B.

Le regole ufficiali del gioco per diventare Premier (o almeno farsi incriminare dalla magistratura)

Scopo del gioco, com’è risaputo, è quello di far indovinare ai membri della propria squadra una parola segreta, senza però pronunciare le parole tabù, ovvero quelle vietate. Rispetto alla versione tradizionale – e, diciamolo, notevolmente più noiosa – commercializzata dalla Giochi MB, la versione “di Silvio B.” presenta alcune interessanti innovazioni:

• È ammesso il mimare, il gesticolare e soprattutto il palpeggiare le concorrenti di sesso femminile.

• Quando al gioco partecipano giudici e avvocati, ma anche semplici studenti di giurisprudenza, vince chi non apre proprio bocca.

• Nella scheda di “Ministro” le parole vietate sono “ladro”, “legittimo impedimento”, “fantoccio”, “manager” e “sesso orale”.

• Nella scheda di “Vespa” le parole vietate sono “Bruno”, “nei”, “porta”, “contratto” e “lingua”.

• Nella scheda di “Minorenne” le parole vietate sono “Fede”, “Mora”, “Ruby”, “Noemi” e “E tutte le altre di cui non ricordo il nome”.

• Nella scheda di “Fede” le parole vietate sono “speranza”, “carità”, “denaro”, “figa” ed “Emilio”.

• Nella scheda di “Corruzione” le parole vietate non sono 5 ma eccezionalmente 79. Tutti nomi di persona.

• Nella scheda di “Partito”, al contrario, ci sono solo due parole vietate: “azienda” e “Mediaset”.

• L’avversario che controlla che tu non dica parole vietate invece di suonare il buzz deve indossare una toga rossa.

• In ogni caso l’avversario che controlla può essere corrotto a patto di usare soldi del Monopoly in banconote di piccolo taglio e non segnate che vengano consegnate da un avvocato inglese.

• Quando si gioca con simpatizzanti del Movimento 5 Stelle sono vietati anche gli acronimi, i soprannomi, le sigle. Ad esempio per far indovinare la parola “Ama” non si può dire “Lama meno L” (e simili).

La regola più importante di tutte, però, è l’ultima: in fondo in fondo ci se ne può sbattere delle regole e delle parole vietate perché è il Taboo delle libertà.

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