Il nonno di Voltaire

Il nonno di Voltaire all'interrogatorioVoltaire è uno dei personaggi più interessanti – e giustamente più celebri – dell’Illuminismo. Autore brillante, polemista come pochi, riuscì a portare avanti le sue idee e ad influenzare il modo di vivere e di pensare occidentale molto più di tanti altri pensatori coevi, che sapevano parlare magari agli intellettuali ma le cui idee raramente sono arrivate al grande pubblico.

Nella rubrica Quello che i filosofi non dicono, che tengo ogni lunedì sul blog del mio editore, ho provato questa volta a raccontare in maniera comica proprio la sua filosofia (e, almeno in parte, alcuni dei fraintendimenti in cui cadono certi adepti superficiali) attraverso la figura del nonno; in fondo, le biografie del pensatore ci parlano di un rapporto molto conflittuale col padre, ma nessuna menzione è riservata a quest’avo, che a me è piaciuto immaginare così.

 

Quello che i filosofi non dicono
(siamo così, dolcemente complicati)

Il nonno di Voltaire

«Senta, mi faccia chiamare mio nipote: lui sistemerà tutto».
«Signor Arouet, sono ore che continua a farneticare di questo nipote. Ora suo nipote non c’è e deve ancora spiegarci il motivo di questa lite».
«Macché lite e lite. È stato un semplice scambio di vedute. Abbiamo discusso un po’, tutto qua».
«La signora dice che lei l’ha minacciata».
«Io? Minacciata? Quella pazza megera! Io non ho minacciato nessuno! È lei che è ignorante e non capisce niente di quello che le si dice. Stupida e ignorante!».
«E dice anche che l’ha offesa».
«Io? Offesa? Ma no, io non offendo nessuno. Figuriamoci. Voi lo sapete, no, chi sono io?».
«Sì, lo sta ripetendo da ore: è il nonno del signor François-Marie Arouet. E io le sto ripetendo che non ho idea di chi sia quest’uomo».
«Ma come no? Avete cercato di metterlo in carcere tante di quelle volte…».
«Come?».

[continua su Le Meraviglie]
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