Un pugno per la famiglia

Il papa deve aver licenziato all’improvviso il suo responsabile per la comunicazione. Da pontefice mediaticamente più intelligente degli ultimi sei-settecento anni è diventato all’improvviso un gaffeur clamoroso, quasi ai livelli del Berlusconi dei tempi d’oro: prima se l’è presa con chi offende le madri e la religione, affermando che si meriterebbe un pugno (ma in amicizia, eh); poi ha detto di non far figli come conigli e di fermarsi a quota tre, spiazzando tutti i genitori ultracattolici, che hanno urlato all’unisono “Ma dirlo prima no?”; infine ha affermato che la teoria del gender è “colonizzazione ideologica” in stile gioventù hitleriana, una frase di cui il 95% degli italiani non ha capito il senso e l’altro 5% s’è (giustamente) incazzato, perché stupida e retriva come poche.

Antonio SocciCerto, forse non intendeva dire in ogni circostanza esattamente quello che ha detto (come qualcuno si è affrettato a dire, preoccupato del fatto che il papa potesse sembrare poco cristiano), ma anche le sue precisazioni a posteriori – come ha mostrato un giornalista osservante come Antonio Socci – hanno perfino fatto più danno della prima uscita, soprattutto quando ha sottolineato che il Vangelo dice certe cose “in teoria”, ma che poi in pratica valgano regole diverse.

Per conto mio il papa può dire quello che vuole: io, che aspetto il quarto figlio, mi son sentito in questi mesi (ma anche anni: già a tre sono cominciate le ironie) dire di tutto e di più da chi pensa che fare più di due figli sia un’idiozia. Bergoglio, insomma, si va ad infilare una schiera già ampia di suo, che va dai laici atei e di sinistra alle signorotte ultracattoliche e benpensanti che votano Lega Nord: divisi e litigiosi su ogni cosa, ma spesso uniti nel sparare sentenze. Per dire, una collega una volta mi ha detto chiaro e tondo che – per lei e per suo figlio, all’incirca mio coetaneo – mettere al mondo dei bambini in questo momento storico è una cosa da idioti; molti altri mi hanno etichettato come “uno di CL” nonostante mi venga l’orticaria a sentire i loro discorsi; e in generale si trovano ad ogni angolo di strada tizi che ritengono di doverti dire quanti figli devi fare e come devi vivere, perché loro sì hanno la ricetta della felicità.

Una foto pubblicata da Ermanno Ferretti (@scrip) in data:

E invece voglio dirvi questa cosa che forse per alcuni risulterà sconvolgente: si può decidere di fare anche quattro figli semplicemente per il fatto che i figli piacciono; si può decidere di farne tanti non perché te lo impone una chiesa, o perché non usi i preservativi, ma semplicemente perché li vuoi; si può decidere di farne tanti perché – se il marito ci sta dietro tanto quanto la moglie – non vuol dire necessariamente che la donna perda i suoi diritti o la sua emancipazione. Tra l’altro, nel mio caso specifico, è mia moglie quella che insiste di più per figliare, ben sapendo che poi le notti insonni, i pannolini sporchi e le ore a tenerli in braccio me le cucco perlopiù io.

Io non vado dai single, o da quelli senza figli, o da quelli con un solo pargolo a dir loro che dovrebbero rimanere più spesso incinti; né vado da quelli che ne hanno sette a dire che dovrebbero farne di meno. Ognuno fa le sue scelte, ognuno ha i suoi gusti, ognuno decide per la propria vita. Questa perenne voglia di mettere dei paletti alle vite altrui – peraltro non conoscendole affatto – indica solo: a) che si ritiene che gli altri siano degli stupidi che non sono in grado di scegliere da soli; b) che non si è tanto sicuri delle proprie scelte, perché criticare gli altri è da sempre il modo più facile per non criticare se stessi; c) che non si ha molto rispetto per il proprio prossimo; d) che si tromba troppo poco (con preservativi o senza, non fa differenza) e che si ha troppo tempo libero.

E allora, ritornando a Bergoglio, se per un’offesa alla mamma è lecito dare un pugno, se mi dovessi ritenere offeso per la frase sui conigli («Hai dato della coniglia a mia moglie?») potrei anch’io tirare un destro al papa?

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