I 5 film che mi hanno cambiato la vita

Continua la rubrica dedicata ai libri, ai fumetti e ai dischi che mi hanno cambiato la vita, questa volta presentandovi cinque film che hanno inciso particolarmente sulla mia formazione. Come detto le altre volte, non si tratta dei film più belli che io abbia mai visto, né di quelli che personalmente mi sono piaciuti di più, ma sono sicuramente quelli che – per motivi anche extra-cinematografici – hanno lasciato un segno più profondo su di me.

 

E.T. (1982)

La leggenda – ovvero quello che i miei genitori continuano a raccontare da ormai più di trent’anni – vuole che abbia visto questo film al cinema, treenne, e che sia rimasto a guardarlo a bocca aperta dall’inizio alla fine, o almeno fino a quando le lacrime non mi hanno inondato gli occhi. Che dire? Il mio primo assaggio di vero cinema, ma anche il mio primo assaggio di umanità, tenerezza e Steven Spielberg. Imperdibile (anche se oggi forse non lo farei vedere a bambini di tre anni).

 

I Goonies (1985)

Se E.T. è stato il film della mia prima infanzia, I Goonies è stato il suo corrispettivo per la fine delle elementari e forse l’inizio delle medie. La videocassetta che i miei genitori mi avevano registrato da un qualche canale Mediaset (o, come si chiamava allora, Fininvest) era diventata quasi inguardabile, da tante erano le volte in cui l’avevo messa nel videoregistratore e fatta andare. Mikey era il personaggio in cui, credo, ci identificavamo tutti, Data l’inventore che tutti avremmo voluto essere, Chunk quello che rischiavamo di diventare a furia di merendine, Mouth il sarcastico rompicoglioni che saremmo poi diventati, la bella Andy l’oggetto dei nostri desideri (ancora molto casti) e così via. E poi la banda Fratelli, Willy l’Orbo, la mappa e così via. Questo film ai miei pupi l’ho già fatto vedere più d’una volta, ed ero quasi più gasato io di loro.

 

Bianca (1984)

Di Nanni Moretti ho già parlato ampiamente di recente. Bianca fu il suo primo film che vidi, durante un ciclo trasmesso dalla Rai quando ero nei primi anni del liceo. Poi, pian piano, recuperai tutti gli altri, ma la storia del professore di matematica che si innamora della collega di francese ed insegna alla scuola Marilyn Monroe mi rimase nel cuore.

 

Senza indizio (1988)

Senza indizio è, probabilmente, il film più sottovalutato su cui io abbia mai messo gli occhi; molti di voi, per dire, non l’avranno mai neppure sentito nominare, ed è davvero un peccato. La storia è quella di Sherlock Holmes e del suo fido Watson già molte volte portata al cinema e in televisione, anche in chiave moderna, ma qui completamente capovolta: fin dall’inizio si scopre, infatti, che il vero genio della coppia non è Sherlock, ma Watson, e che sostanzialmente il noto detective londinese non è altro che un attore assunto dal medico per interpretare la parte dell’investigatore (cosa che, tra l’altro, non gli riesce sempre benissimo). Interpretato da due mostri sacri come Michael Caine (doppiato in maniera fantastica da Pino Colizzi) e Ben Kingsley, il film è pieno di gag intelligenti e divertenti ed è stato uno dei preferiti della mia adolescenza, nonostante sia poco rispettoso del canone di Arthur Conan Doyle.

 

Accordi & disaccordi (1999)

Di film di Woody Allen, in una mia ipotetica lista di pellicole che mi hanno segnato, se ne potrebbero elencare molti. Sono stato in dubbio fino all’ultimo, ad esempio, sull’inclusione di Zelig, forse il mio film preferito del genio newyorkese; alla fine però ho optato per Accordi & disaccordi, perché è quello che effettivamente più è legato alla mia storia e alle mie avventure: fu questo film che, il 30 maggio 2000, segnò il primo appuntamento con quella che sarebbe divenuta mia moglie. Un appuntamento tra l’altro particolarmente fortuito, di cui ho già scritto anni fa. Non so se la storia di un jazzista ubriacone interpretato da Sean Penn fosse il massimo del romanticismo, ma in qualche modo ha funzionato lo stesso.


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