I Dalton
Pro
- È una serie piena di fantasia e dimostra quante siano le possibili variazioni sul tema
- È tecnicamente molto ben fatta
- Ha un certo legame con la storia del West e dell'America
- Può portare i bambini ad avvicinarsi al bel fumetto di Lucky Luke
- Età di visione: dai 5 anni in su
Contro
- Le puntate sono abbastanza brevi e ripetitive, e alla lunga possono forse un po' stufare
- Ogni tanto c'è qualche labile (e, per i bambini, praticamente impercettibile) ammiccamento erotico
Visto che è estate e i miei e i vostri figli passano più tempo a casa, diamo qualche nuovo spunto per cartoni, fumetti e libri da far vedere e leggere ai bambini. Oggi parliamo de I Dalton, serie francese co-prodotta da Dargaud Media e dallo studio Xilam e in onda da qualche tempo su K2 e DeA Kids. I creatori sono gli stessi di altre buone serie a cartoni animati come Oggy e i maledetti scarafaggi e alcuni recenti lungometraggi di Lucky Luke, ma qui Marc du Pontavice e soci si sono superati.
I Dalton: cos’è
I Dalton sono dei personaggi creati nel 1958 dal fumettista belga Morris per renderli gli antagonisti del suo eroe, Lucky Luke. L’ispirazione veniva da una banda omonima realmente esistita nel vecchio West, morta trucidata nel 1892 durante una doppia rapina in Kansas; ed in effetti la prima Banda Dalton apparsa nei fumetti scomparve più o meno allo stesso modo, senza lasciare traccia. Quelli che conosciamo noi oggi sono infatti i cugini del primo gruppo, diventati rapidamente gli antagonisti fissi di Lucky Luke.
I Dalton sono quattro: Joe, il più vecchio, il più basso e il più collerico del gruppo, nonché la mente criminale del gruppo; William e Jack, due gemelli che però hanno altezze diverse, abbastanza di secondo piano; e infine Averell, il più giovane e il più alto della banda, oltre che il più infantile. Per anni questi delinquenti sono comparsi negli albi a fumetti di Lucky Luke, albi spesso sceneggiati dal creatore di Asterix, René Goscinny; recentemente, però, la Dargaud e lo studio Xilam hanno deciso di dedicare a loro uno spin-off in cui il cowboy che spara più veloce della sua ombra non compare mai.
I comprimari del cartone, ambientato in un carcere da cui i fratelli tentano costantemente di evadere, sono infatti altri: in primo luogo, c’è il direttore della struttura di detenzione, Melvin Peabody, personaggio piuttosto inetto che parla usando un linguaggio tutto suo (non è raro, infatti, che inventi di sana pianta parole che finiscono per -itudine, come “silenzitudine”, “equilibritudine”, “onestitudine” e così via); c’è poi la signorina Betty, unica presenza femminile all’interno del carcere e sempre speranzosa di poter cavare qualcosa di buono dai detenuti; poi ci sono le guardie, lo chef, il responsabile della lavanderia cinese, gli indiani che vivono appena fuori dalle mura della prigione e il cane Rantanplan, unico superstite dei fumetti di Morris.
Il cartone è finora composto di due stagioni, entrambe trasmesse in Italia (l’ultima è terminata la scorsa primavera); gli episodi durano circa 6 minuti l’uno ma vengono trasmessi nel nostro paese a gruppi di tre, per un totale di una ventina di minuti a puntata. Il tema centrale di ogni avventura, come detto, è il tentativo di evasione dei fratelli, che puntualmente fallisce per vari motivi: a volte perché i piani di Joe sono troppo estremi, a volte per la tontaggine di Averell, a volte per colpa di Rantanplan o di altre circostanze fortuite.
Perché farlo vedere a dei bambini
Perché è una serie scritta e disegnata molto bene, che gioca le sue carte sui tormentoni, sulle variazioni sul tema e su come si possano creare decine di situazioni assurde partendo da un canovaccio più o meno consueto. Il cartone ha un ottimo ritmo, bei disegni, personaggi ben equilibrati a livello caratteriale e un buon legame (anche se a volte volutamente forzato, visto che la cronologia non è sempre rispettata) con la storia del West e degli Stati Uniti d’America.
Inoltre, la speranza è che la visione di questi cartoni possa portare i bambini a voler approfondire l’argomento, magari comprando e leggendo qualche avventura di Lucky Luke, che è stato ed è ancora uno dei migliori fumetti francofoni.
Quali attenzioni bisogna avere
La serie è pensata per bambini, quindi non ci sono situazioni particolarmente scabrose. La violenza è sempre stereotipata e anche le esplosioni non fanno mai male a chi le subisce. Certo, i protagonisti sono dei fuorilegge che rapinano banche, ma non sono per nulla mitizzati, anzi fanno costantemente la figura dei cretini e proprio nella loro incapacità sta la cifra comica del cartone.
L’unica cosa che in un paio di occasioni mi ha fatto controllare la reazione dei miei bimbi è stato qualche sparuto ammiccamento sessuale che la serie qua e là concede. Dentro al carcere, infatti, ci sono solo maschi: l’unica eccezione sarebbe costituita dalla signorina Betty, anche se a volte gli animatori francesi non esitano a introdurre donne procaci che sconquassano il cuore (e non solo quello) dei maschi, o a ritrarre la stessa Betty mentre fa il bagno e così via. Niente di che, sia chiaro, e soprattutto non così frequente; ma qualche riferimento erotico qua e là c’è.
Da dove cominciare
Le puntate sono tutte autoconclusive, quindi non c’è bisogno di procedere in ordine nella visione dello show. Attualmente gli episodi vengono trasmessi, a ritmi forsennati, sia da K2 (sul digitale terrestre e su Sky), sia da DeA Kids (solo su Sky). Non esistono per il momento raccolte in DVD della serie in italiano.