La campanella digitale/9 – Edmodo, il social network per la scuola

[dropcap] N [/dropcap]ell’articolo di questa settimana per “Scuola che fa rete” intervisto il giovane collega Giovanni Fontana, che ha sperimentato per vari mesi a scuola l’uso di Edmodo, un social network pensato espressamente per la didattica.
L’anno scolastico si avvia ormai spedito verso la sua conclusione ed è quindi un buon momento per provare a tirare le somme, per vedere quali esperienze sono state fruttuose e quali invece ci hanno lasciato l’amaro in bocca. Per quanto riguarda la didattica “digitale”, come spesso accade, gli esperimenti sono stati sporadici, saltuari, poco coordinati, affidati alla buona volontà dei singoli insegnanti più che a precisi piani nazionali, e quindi corrono il rischio di non seminare nulla, di non aiutare e invogliare i curiosi che rimangono un po’ alla finestra, interdetti dalle novità ma desiderosi di provare qualcosa di nuovo.
Per tutti questi motivi, la puntata di oggi della nostra rubrica sarà dedicata a una breve intervista a Giovanni Fontana (su Twitter lo si può trovare alla pagina http://www.twitter.com/giovannifontana), un giovane insegnante tecnico-pratico di informatica che insegna nella provincia di Rovigo che durante quest’anno ha sperimentato l’utilizzo di Edmodo, il primo e unico social network espressamente pensato per la didattica.

Prima di tutto, spiegaci cos’è Edmodo, come funziona e in cosa si differenzia dagli altri social network a cui siamo abituati, Facebook in primis.
Edmodo potrebbe sembrare un’unione tra Moodle e Facebook: una piattaforma di e-learning orientata al social networking. Ci si può iscrivere da insegnanti o da studenti: l’insegnante ha la possibilità di creare le classi virtuali (i gruppi) a cui si può accedere solo tramite l’inserimento di un codice e, una volta creato il gruppo, di controllare quello che viene postato sulla bacheca, mentre gli studenti possono inviare file e messaggi al docente e, se c’è la possibilità (scelta che spetta all’insegnante), possono anche inserire dei post sulla bacheca del gruppo. Tra le cose più interessanti inoltre c’è la possibilità di assegnare compiti agli studenti e di poter inserire i voti all’interno di un registro elettronico. Infine, possono essere coinvolti anche i genitori, avendo accesso ai voti del figlio oppure comunicando direttamente con il docente.

Perché hai provato ad utilizzare Edmodo in classe? Quali obiettivi ti eri posto?
Le ragioni sono diverse: in primo luogo volevo utilizzare uno strumento che fosse il più possibile vicino agli studenti. Grazie al Web 2.0 e in particolare a Facebook e Twitter il modo di comunicare sta cambiando e sono convinto che noi docenti dovremmo prenderne atto e utilizzare questa trasformazione come leva per un maggior coinvolgimento e interesse dei ragazzi verso le discipline.
La seconda ragione è stata la volontà di insegnare a utilizzare i social network in maniera responsabile: molte volte quando postiamo qualcosa su Facebook non pensiamo che i contenuti siano visibili a chiunque e che questo può portare a delle conseguenze a livello di privacy o addirittura lavorativo.
Un’altra ragione, poi, è stata quella di incentivare il lavoro di squadra: quando assegno un compito complesso alla classe, in genere insisto perché espongano gli eventuali dubbi o problemi sulla bacheca del gruppo; in questo modo i ragazzi possono colloquiare e avanzare una possibile soluzione. Io intervengo solo se nessuno propone una risposta adeguata.
Infine alcune volte ho postato articoli apparsi su quotidiani online che trattano di informatica cercando di suscitare poi la discussione in classe.

Quindi da un lato c’è un’opera di alfabetizzazione alla rete, legata immagino anche al programma della tua materia; dall’altro, un tentativo di coinvolgere i ragazzi, a tutti i livelli. Perché un social network come Edmodo dovrebbe riuscire a far tutto questo?
Il percorso che mi ha portato a utilizzare Edmodo è stato abbastanza lungo: per le mie lezioni ero abituato a creare delle presentazioni e quando c’era la possibilità cercavo di inserire dei contenuti multimediali (come dei filmati da YouTube oppure degli articoli trovati su blog scientifici). La necessità di condividere le slide mi ha quindi spinto a cercare uno strumento adatto; all’inizio ho sfruttato GoogleDocs, poi ho scoperto Edmodo, che è più intuitivo, e dopo un periodo di prova ho voluto testarlo con i miei studenti e l’ho utilizzato con tutte le classi dove insegno: due prime e tutto il triennio di informatica.

E, per finire, i risultati come sono stati?
Discreti ma non ottimi: gli studenti hanno partecipato attivamente soprattutto verso la fine dell’anno e comunque non tutti si sono fatti coinvolgere. Il problema è che se questi strumenti vengono utilizzati solo per una materia finiscono per costituire un fatto episodico e di conseguenza, almeno per ora, gli studenti sono meno spinti a usarli.

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