La notte di San Bartolomeo parte 2

Quello che si scrive dopo un attacco come quello che si è verificato ieri sera a Parigi suona sempre un po’ banale. Ma, credo, davanti alle varie opere di sciacallaggio già in atto, bisogna scriverlo.

Vorrei ricordare alcune cose.

1) Non è la prima volta che Parigi viene macchiata da una strage nelle sue strade. Nel 1572, i cattolici parigini massacrarono tra i 5.000 e i 30.000 ugonotti. Cifre più precise, purtroppo, non si riescono ad avere, ma stiamo comunque parlando di almeno 50 volte i morti di ieri sera. Si trattava anche allora di un massacro in cui in qualche modo faceva capolino la religione. Gli ugonotti erano dei cristiani non cattolici, e in particolare dei calvinisti. Credevano nello stesso Dio e in Gesù Cristo, nei Vangeli e nella Bibbia. Semplicemente non riconoscevano l’autorità del papa (e sappiamo come i papi di allora fossero personaggi poco raccomandabili) e la pensavano diversamente su alcuni dogmi (predestinazione, eucarestia ecc.).

Ma la vera origine del massacro era, anche allora, più politica che religiosa. O almeno era difficile distinguere dove finiva la religione e cominciavano la politica, la faida, i contrasti tra regioni diverse, gli interessi economici. Proprio come oggi. La Francia era divisa in due. I fedeli dell’una o dell’altra religione cercavano di conquistare il potere, di arrivare alla corona. Si alleavano, si sposavano, si combattevano già da tempo. In quell’agosto del 1572 però era stata indetta una tregua. Gli ugonotti, che venivano principalmente dalle città della costa atlantica, si trovavano a Parigi per festeggiare un matrimonio. Erano lì per divertirsi, per fare festa come ieri sera quei ragazzi che si trovavano allo stadio o nei teatri della capitale francese. Ma era una trappola: il piano era di farli fuori, e quando l’ordine scattò li rincorsero per le strade e li massacrarono. L’obiettivo era che nessun ugonotto potesse lasciare Parigi da vivo.

2) Direte: sono passati 450 anni. Nel frattempo ci siamo evoluti, cose del genere non le facciamo più. Sì e no. Sicuramente il nostro modo di pensare occidentale ripudia con orrore – e giustamente – atti di questo tipo. Ma solo 70 anni fa i nazisti, figli della nostra stessa civiltà occidentale, massacravano civili in giro per l’Europa in rappresaglie che poco avevano di logico e razionale. Le varie stragi anche compiute in Italia, i cui numeri non sono lontani da quelli dell’ISIS a Parigi, dovrebbero ricordarci che la barbarie è sempre più vicina di quanto si pensi.

3) Smettetela di mettere i like a Salvini e a chi tenta di imitarlo. Salvini gongola da ieri sera. C’è una gioia, nelle sue parole, che è aberrante. Perfino Marine Le Pen, la leader del Fronte Nazionale, ha sospeso la campagna elettorale e in questo momento non sta lucrando sui morti. Ma Salvini no, Salvini è preso dal sacro fuoco. E adesso mi ritrovo il feed di Facebook invaso dai suoi messaggi, o da quelli della Meloni e di La Russa. Ecco, quando delle persone sono felici di una strage, quando delle persone cercano di trarre profitto (politico e non) da una strage, sono solo degli sciacalli. E voi state alimentando lo sciacallo.

4) Smettetela anche di condividere la foto della Fallaci con la scritta “Ve l’avevo detto”. La Fallaci era – e, diciamoci la verità, lo era sempre stata – una giornalista con una visione piuttosto superficiale della politica. E davanti ad eventi così gravi e complessi, essere superficiali complica solo le cose. Non è un caso che dalle guerre di religione che infiammarono l’Europa nel Cinquecento e nel Seicento si sia usciti non continuando ad essere superficiali, ma con la filosofia, e cioè col suo esatto contrario. Con John Locke e la sua Epistola sulla tolleranza, con Voltaire e il suo Trattato sulla tolleranza, con anche il nostro Beccaria e il suo Dei delitti e delle pene. Gente che ragionava. Fosse stato per quelli che dicevano «Ammazziamoli tutti» o «Cacciamoli tutti», saremmo ancora lì a massacrarci a vicenda.

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