Charlie viene prima di tuo marito [Belle recensioni di opere bruttissime #3]

Il manifesto americano del filmL’altra sera stavo facendo zapping con mia moglie sui canali cinema di Sky, e non sapevamo cosa guardare. Io avevo pronto pronto il cofanetto con tutte le stagioni di Friends, nel caso avessimo trovato il solito film strappalacrime e tremendamente melenso, ma lei mi ha prevenuto: «To’ – mi ha detto –, c’è una commedia. Charlie viene prima di tuo marito».

Charlie viene prima di tuo marito. Mi sembrava di aver già sentito quel titolo, ma non mi ricordavo dove. Ho scorso i nomi degli attori: Dane Cook, Jessica Alba. Lui non avevo idea di chi fosse, lei non la vedevo in un film da tempo immemorabile (forse da quando aveva fatto la Ragazza Invisibile?). «OK – ho detto –: proviamo». D’altronde, Jessica Alba è carina.

Ma quel titolo, quel Charlie viene prima di tuo marito continuava a lasciarmi uno strano fastidio tra le scapole. «Di cosa parlerà?», mi chiedevo. Forse era la storia di un bambino trascurato dalla madre, che richiedeva maggiori attenzioni. Una bella commedia familiare senza troppe pretese? Sì, doveva essere così, anche se il titolo sembrava più adatto ad un drammone per madri depresse.

Poi, vedendo il film, ho capito. Ho compreso l’orrore.

Charlie vestito da pinguinoSapete, spesso noi italiani ci lamentiamo di quanto siano stupidi quelli che traducono le serie TV o i film stranieri. Ad esempio, rimanendo su Friends visto che ce l’abbiamo a portata di mano, a me sta ancora sul fegato il fatto che non abbiano mai replicato, in italiano, l’usanza di dare ad ogni puntata di quella serie un titolo che cominciasse con The One With…, che si sarebbe facilmente potuto tradurre con Quella con… Ma no, i nostri produttori hanno deciso che era meglio di no, sia mai che il pubblico italiano si abitui troppo bene. Per non parlare del tormentone di Joey, quell’irresistibile How you doin’? con cui, in originale, accalappiava tutte le donne, ma che in italiano si è persa in mille traduzioni ogni volta diverse.

Gli esempi sarebbero innumerevoli. Anche al cinema abbiamo visto molti stupri operati ai danni di titoli belli o quantomeno innocenti. Il più famoso è The Eternal Sunshine of the Spotless Mind, che certo era difficile da tradurre ma non meritava di diventare uno scialbissimo Se mi lasci ti cancello.

Be’, Charlie viene prima di tuo marito – che in originale si intitolava Good Luck Chuck, cioè Charlie portafortuna o qualcosa del genere – li batte tutti. Perché lo spunto iniziale della trama è che il Charlie del titolo è un dentista simpatico e carino, con però un problema: ha addosso una maledizione che fa sì che tutte le ragazze che finiscono a letto con lui incontrino, immediatamente dopo l’atto sessuale, l’uomo della loro vita. Insomma, Charlie viene avrebbe un duplice significato…

Il mezzo strip di Jessica AlbaOra, il film non è così tremendo, soprattutto all’inizio. Direi anzi che la prima mezz’ora è buona, diretta con un discreto piglio, e con qualche invenzione simpatica. Dane Cook regge bene e riesce a rivitalizzare anche le scene in cui Jessica Alba non è propriamente memorabile; e il resto lo fa la situazione paradossale del protagonista, che ha contemporaneamente la peggiore e la migliore maledizione che un uomo possa desiderare: da un lato, non riesce a far veramente sua nessuna donna perché tutte lo lasciano dopo aver fatto sesso; dall’altro, ha dietro alla porta la fila di belle ragazze che vogliono far l’amore con lui, perché ormai la voce si è sparsa e tutte vogliono trovare l’uomo dei loro sogni.

Il guaio è che questa mezz’ora carina tu la passi senza riuscire a seguire bene il film, perché stai dicendo continuamente frasi tipo: «No! Non può essere! Non possono averlo intitolato così!», o «È uno scherzo, non può essere vero! È un sogno, come quando faccio gli incubi e mi immagino di essere ancora alla scuola media!».

Poi questa foga ti passa, ma purtroppo il film si perde e rapidamente degenera. Dopo una decina di minuti in cui si vedono più tette che in un porno, la storia vira verso una banalissima commedia sentimentale, con tanto di incomprensioni, stalking, amicone ciccione e depravato, lui che lascia andare lei, lui che riceve la visita degli amici che gli dicono che sta facendo l’errore più grande della sua vita, lui che all’improvviso se ne accorge e corre da lei, inseguimento all’aeroporto e, insomma, tutte le banalità del genere. Ora guardatevi un attimo il trailer, per farvi un’idea più chiara della questione:

Capito?

E poi è pure arrivato il colpo di grazia. Come saprete, ormai va di moda inserire delle scene dopo o durante i titoli di coda; scene che forniscono una prospettiva diversa, una battuta, un dietro le quinte. Quando partono queste sequenze, quindi, è lecito aspettarsi qualcosa di buono. Con Charlie viene prima di tuo marito mi aspettavo una svolta ironica, un ritorno alla prima parte del film dopo la sequela di banalità.

Invece, l’orrore parte seconda. Perché nei titoli di coda si vede il protagonista che mima cose irripetibili sul peluche di un pinguino, mentre la voce di Jessica Alba approva. Cose inenarrabili.

ps.: per dovere di cronaca devo dirvi che il titolo Charlie viene prima di tuo marito è stato affibbiato in maniera molto sofferta dagli adattatori italiani. Quando uscì in DVD, infatti, si decise di cambiarlo in Tutte pazze per Charlie, decisamente più innocuo ma anche meno cretino; per l’uscita su Sky, però, hanno deciso di tornare alle origini.

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