Un album fotografico a parole

[dropcap] S [/dropcap]ono su Twitter dal 2008, quindi sto per festeggiare i cinque anni di cinguettii. M’iscrissi a febbraio, più che altro per curiosità; iniziai ad usarlo ad agosto, non appena ebbi in mano il primo smartphone. Da allora, stando alle statistiche del social network, ho pubblicato più di 50mila tweet, tra post originali, risposte e retweet; stando alle mie, di statistiche, sono invece a quota 9mila contando solo i tweet puri, quelli privi di mention.Come faccio ad avere delle statistiche “personali”? Facile: dal 2010 ho cominciato a raccogliere i tweet che pubblicavo, a formare un archivio di tutto quello che scrivevo; non per megalomania – o almeno non solo per quello – ma perché come forse saprete Twitter non permette di recuperare i propri vecchi tweet e a me spiaceva questa così rapida caduta nell’oblio. Sarà che sono della vergine, ma ho sempre sentito il bisogno fisico di non buttare via i pezzi, anche fugaci, della mia vita: in garage ho una collezione di più di 1.400 Topolino, più altri 4 o 5.000 fumetti di genere diverso, e più o meno ad ognuno ho associato un ricordo, un’immagine della mia infanzia e della mia adolescenza, una sensazione. Lo stesso per i miei tweet: non sono più dei tweet fini a loro stessi, sono dei catalizzatori di ricordi. Sono dei correlativi oggettivi, per usare un’espressione tanto cara a Montale e alle nostre prof d’italiano: provocano delle emozioni che nient’altro può provocare.
A rileggerli oggi, i tweet intendo, c’è tutta la storia dei miei ultimi cinque anni: il pupo, da quando ha cominciato a parlare fino ad ora, con i suoi ragionamenti che mi mettono in difficoltà; la gravidanza e la nascita della pupa, che ormai si è sostituita al fratello nelle parole storpiate; infine la gravidanza e la nascita del terzopupo, che è oramai già alle pappette; e poi le varie classi, scuole e studenti attraverso cui sono passato, la disoccupazione, la pubblicazione del libro con Fazi, le recensioni e le interviste alla radio e sui giornali, di nuovo la scuola, gli approfondimenti, i progetti; e poi gli entusiasmi per i film o i telefilm, le polemiche coi troll quando ancora ero così ingenuo da caderci, e mille altre cose. In questi cinque anni è successo davvero di tutto, e tutto è cambiato mille volte; una sola cosa è costante, ed è Silvio Berlusconi: segno che il cambiamento non è affatto un male.
Tutto questo per dire che Twitter, per me, è l’equivalente di un album di fotografie, ma a parole. E come con le foto, è dolce ogni tanto lasciarsi andare ai ricordi.

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