Una settimana su Twitter/7 – È nato, è nato

[dropcap] G [/dropcap]li Europei, di cui parlavamo la settimana scorsa, sono finiti male, ma chi se ne frega: lunedì mattina, non dandoci nemmeno il tempo di dispiacerci della Nazionale di Prandelli, è nato il terzopupo. Ed è lui, ovviamente, il grande protagonista della settimana (episodi precedenti qui).

Say hello to Filippo
Say hello to Filippo

«Non sono contrazioni. È che alle 4 ho mangiato degli spaghetti e ora devo andare in bagno». «Ogni due minuti?». «Non voglio partorire!».

La suocera è passata a trovare il terzopupo appena nato ed è riuscita a svegliarlo tre volte. Giusto per mettere le cose in chiaro da subito.

Pupo: «Cosa mangia Filippo?». «Latte». «E dov’è? Lì?». «No, è la flebo». «In borsa?». «No, nel seno». «DOVE?». Il guaio è che si dimentica.

Ieri ho fatto la spola tra l’ospedale e gli esami, col rischio di chiedere di Freud alla ginecologa e di dilatazione uterina ai maturandi.

All’esame i più buoni mi salutano complimentandosi per il terzopupo, i più pericolosi mi sussurrano “la seguiamo su Twitter”. Ansia da fama.

In fondo, durante la maturità per un commissario ogni notte è una notte prima degli esami. Nicolas Vaporidis non sei nessuno.

Orale di maturità: «…e il primo uomo a camminare sulla Luna fu Louis Armstrong». Sì, certo. Cantando “What a wonderful world“.

«Studia solo quello che gli interessa». Bene, vuol dire che ha degli interessi. Sempre meglio di chi studia senza essere interessato a nulla.

Insistiamo sullo studio, ma insegnare l’interesse è più importante: chi è interessato studia anche dopo la scuola, chi è solo studioso no.

Esami finiti. Ho apposto circa 400 firme e 150 timbri, ma fatto solo 86 domande. Per farvi capire come la burocrazia domini sui contenuti.

Voi non ce l'avete mica un sindaco che si tinge la faccia da Balotelli e lancia la gufata del secolo, eh? Invidiosi?
Voi non ce l'avete mica un sindaco che si tinge la faccia da Balotelli e lancia la gufata del secolo, eh? Invidiosi?

Finale con la Spagna: «Tifiamo rossi?». «NO». «Solo per oggi?». «NO». «Ma peddiamo». «Vai a nanna e domani ti racconto che abbiamo vinto».

Bagno: «Caudia, non puoi fare pipì in piedi! Hai la patata». «Pupo! Dove hai imparato ‘ste cose?». «All’asilo c’è uno libro». Il kamasutra?

«Papà, ma Gesù era uno alieno?». «Ma no». «La maestra ha detto che veniva dal cielo». «Sì, però…». «E aveva una specie di superpoteri».

«Pupo, arrivi?». «Viengo». «”Vengo”, non “viengo”». «Ok, vengo. E la mamma quando vie… scusa, quando vene?». L’italiano è complicato.

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