Peanuts
Pro
- È incentrata su bambini di tutti i tipi, senza adulti
- Parla di società, diversità, filosofia, religione e amore senza che i bambini se ne accorgano
- Fa ridere in molti modi diversi
- Presenta una serie di amabili perdenti
- Età di lettura: dai 7 anni in su (ma per apprezzarlo completamente bisogna averne almeno 10-12)
Contro
- A volte le traduzioni non aiutano la comprensione
- Non tutte le strisce sono dello stesso livello
Il pupo, Linus e il Grande Cocomero http://t.co/9M1iEI5kbT pic.twitter.com/GL0t43N9hd
— Ermanno Ferretti (@scrip) 8 Marzo 2015
Come ormai saprete se seguite questa rubrica con costanza, da qualche anno sono solito leggere al pupo dei fumetti la sera, prima di andare a letto. Non è un’imposizione ma una sua precisa richiesta e me la godo finché dura (già adesso legge qualcosa anche da solo, quindi ben presto non servirà più la mia velocità di lettura).
Recentemente, dopo averlo avvicinato a Calvin & Hobbes e aver provato a leggergli un racconto di Stevenson (che però gli ha fatto quasi subito paura, e quindi abbiamo momentaneamente messo da parte, o quantomeno spostato a una lettura più “diurna”), ho tirato fuori dalla libreria un libriccino intitolato Il Grande Cocomero e pubblicato sul finire degli anni ’70 dalla Rizzoli; un libro che raccoglieva la gran parte delle strisce dei Peanuts dedicate al tema, appunto, del celebre Grande Cocomero che in realtà è una grande zucca attesa spasmodicamente da Linus ad Halloween. In questo modo, tramite un volumetto di poco più di 100 pagine, speravo di introdurre il pupo al magico mondo di Charles Schulz di cui, complice anche la moglie, in casa ho decine di volumi.
I Peanuts: cosa sono
Peanuts è una striscia a fumetti realizzata da Charles M. Schulz e pubblicata negli Stati Uniti tra il 2 ottobre 1950 e il 13 febbraio 2000. Con quasi cinquant’anni di storie all’attivo – e tutte scritte e disegnate dalla stessa mano – è uno dei fumetti più longevi di sempre e anche uno di quelli di maggior successo: le sue avventure sono state pubblicate su più di 2.500 giornali in 75 paesi del mondo, raggiungendo un bacino di oltre 350 milioni di lettori. La pubblicazione è stata interrotta solo per la scomparsa di Schulz, il creatore, e non più continuata per sua esplicita richiesta testamentaria; da allora, comunque, moltissimi giornali e testate ne pubblicano quotidianamente delle ristampe.
La prima particolarità che balza subito agli occhi è che in questa striscia mancano completamente gli adulti: i personaggi sono infatti esclusivamente dei bambini e degli animali, che vivono sì in normali case e famiglie, ma che vengono ritratti solo nei momenti in cui interagiscono tra di loro. Il protagonista è probabilmente Charlie Brown, bambino sfortunato e testardo che non è altro che l’alter ego di Schulz: perennemente incapace di dichiararsi con l’amata ragazzina dai capelli rossi e sempre sconfitto a baseball, non si arrende alla sua storia di perdente ed è in un certo senso il leader sfortunato e timido del gruppo. Accanto a lui, però, hanno grandissimo spazio altri bambini; tra questi meritano di essere citati:
• Lucy Van Pelt, coetanea di Charlie Brown, che però manifesta un carattere cinico e arrogante, tanto da renderla decisamente la bisbetica del gruppo; è famosa per un banchetto che mette per strada in cui, invece di vendere la classica limonata, dà consigli psicologici e per togliere costantemente il pallone di football dai piedi di Charlie Brown quando lui sta per calciarlo;
• Linus Van Pelt, fratello minore di Lucy e migliore amico di Charlie Brown, che rappresenta spesso il lato filosofico della striscia, sia per le sue citazioni dalla Bibbia che per la sua fiducia nella venuta del Grande Cocomero, sorta di corrispettivo di Halloween di Babbo Natale; inoltre gira sempre con una coperta, da cui non vuole in nessun caso separarsi;
• Snoopy, il bracchetto (ma in originale è un beagle) di Charlie Brown, un cane che ovviamente non parla ma che pensa molto e che di conseguenza commenta ogni azione della banda di bambini; ha anche una fervida immaginazione, che lo porta a sognare un futuro da scrittore o a vivere travolgenti avventure aeree come asso della Prima guerra mondiale;
• Sally, sorella minore di Charlie Brown e innamorata di Linus, anche se in perenne contrasto con l’istituzione scolastica;
• Schroeder, virtuoso bambino-pianista appassionato di Beethoven ed oggetto delle attenzioni (non corrisposte) di Lucy;
• Piperita Patty, “maschiaccio” poco propensa allo studio ma abilissima negli sport, in cui finisce spesso per umiliare Charlie Brown o, come lo chiama lei, Ciccio.
Dal punto di vista organizzativo, come ogni striscia americana anche le avventure dei Peanuts uscivano originariamente ogni giorno in una striscia generalmente di quattro vignette; la domenica, poi, usciva la cosiddetta “tavola domenicale”, cioè una pagina di più ampio respiro con 10/15 vignette.
Perché farli leggere a dei bambini
Le motivazioni che mi hanno spinto a scegliere i Peanuts come un punto immancabile dell’educazione fumettistica dei pupi sono in realtà più o meno le stesse che ho elencato per Calvin & Hobbes, visto che questo secondo fumetto – per quanto figlio di un’epoca diversa – è palesemente ispirato, almeno in alcuni elementi di fondo, all’opera di Schulz. Peanuts è in primo luogo un fumetto che ha per protagonisti proprio i bambini, escludendo anzi categoricamente gli adulti dalla pagina disegnata; e, per quanto questi bambini spesso manifestino manie, ansie e riflessioni tipiche del mondo dei “grandi”, sono pur sempre ragazzini di pochi anni (alcuni dell’asilo, alcuni delle elementari) che interagiscono tra loro, giocano, accudiscono gli animali, guardano la TV, aspettano i regali, si innamorano e così via. Insomma, in primo luogo i bambini possono trovare in queste pagine un po’ di loro stessi, nonostante siano passati cinquant’anni dalla loro prima pubblicazione.
Ma il motivo non è solo questo. Peanuts è anche un fumetto che, come rilevava a suo tempo perfino Umberto Eco, ha più livelli di lettura: c’è il racconto nostalgico e divertito dei paradossi dell’infanzia, ma ci sono anche la satira sociale, le basi di un messaggio evangelico (o comunque umanistico) staccato dai dogmi e dalle chiese, elementi di psicologia non banali e molto altro ancora. Può, quindi, non solo far sorridere i vostri bambini, ma anche portarli a riflettere su varie questioni, come la scuola, il rapporto coi loro amici, perfino i pupazzi che tengono sempre con loro e dai quali non si vogliono separare. Il Grande Cocomero che vi citavo all’inizio, ad esempio, mostra la fede devota di Linus nei confronti di questo grande distributore di doni in cui crede solo lui: senza intaccare il mito di Babbo Natale, Schulz riesce, con una serie di strisce distribuite in realtà su vari anni, a far riflettere su come a volte la fede in qualcosa di soprannaturale – che sia un Dio, il futuro, il bene universale o altro ancora – può spingere le persone a sentimenti ambivalenti, come quella speranza che rende felici e amorevoli ma anche quella delusione che rende acidi.
E, last but not least, Peanuts è pure un gran fumetto che fa ridere e pensare allo stesso tempo sia gli adulti che i bambini, soprattutto nelle sue stagioni migliori (che a occhio e croce identificherei con gli anni ’60 e ’70). Una capacità rara, che Schulz ha raggiunto anche facendo appello a diverse forme di comicità, da quella più propriamente fisica (coi capitomboli di Charlie Brown o i balletti di Snoopy) a quella raffinata e filosofica, da quella parodistica (spesso affidata al bracchetto e alle sue fantasie) a quella dolceamara dei bambini delusi e sconfitti. Perché – e lo diciamo per inciso, ma è forse la cosa più importante – Peanuts non è un fumetto di vincenti, ma, praticamente in ogni occasione, di adorabili perdenti: e proprio per questo può aiutare il bambino a crescere senza pensare che deve sempre riuscire in tutto quello che fa.
Quali attenzioni bisogna avere
A differenza di altre serie, che pur presentando dei bambini sono dirette in realtà in primo luogo agli adulti, in questo fumetto Schulz ha avuto sempre ben presente che il suo pubblico era estremamente ampio e variegato e andava dai bambini delle elementari ai professori universitari. Insomma, i suoi fumetti parlano davvero a tutti e per questo possono tranquillamente essere fruiti dai bambini anche senza bisogno di alcun intermediario che spieghi loro le cose.
Un’unica attenzione, forse, bisogna averla per la traduzione italiana, spesso datata e non sempre coerente. Solo per fare un esempio, ne Il Grande Cocomero che ho appena riletto ci sono delle evidenti incongruenze, come le zucche che vengono chiamate cocomeri, o il classico “dolcetto o scherzetto” che viene tradotto “o la borsa o la vita”; inoltre, non è raro imbattersi in termini desueti o complessi, che i bambini non conoscono e che bisogna quindi spiegare loro.
A parte questo, non c’è violenza, non ci sono ovviamente parolacce, non ci sono elementi che possono spaventare o commuovere eccessivamente.
Da dove cominciare
Il tasto dolente, forse, è proprio questo: la produzione di Charles Schulz è sterminata, ma non tutte le strisce sono qualitativamente dello stesso livello. Come detto, le migliori si concentrano nel periodo compreso tra gli anni ’60 e ’70, anche se pure quelle successive mantengono generalmente un livello discreto.
Da qualche tempo la Panini sta traducendo la serie The Complete Peanuts, che ristampa cronologicamente tutte le strisce in bei volumi da poco più di 20 euro che raccolgono, ognuno, due anni di storie. Inoltre, sia la Mondadori che la Rizzoli che la Baldini & Castoldi hanno pubblicato, nel corso del tempo, delle raccolte tematiche che si riescono ancora a trovare abbastanza agevolmente.
Infine, molto successo avevano avuto nei decenni scorsi le raccolte – in parte tematiche e in parte cronologiche – stampate prima da Milano Libri, poi da Rizzoli e infine da Baldini & Castoldi, tutte con “Charlie Brown” nel titolo (ad esempio, Come ti pare, Charlie Brown o L’aquilone e Charlie Brown, o ancora È domenica, Charlie Brown): questi volumi si possono oggi recuperare in qualche bancherella dell’usato e sono tutti di buon livello.
Se invece siete disposti a leggerle online, le strisce le trovate ogni giorno in inglese su gocomics.com e in italiano su ilpost.