Non è questione di musulmani e cristiani

Vedete: non è questione di musulmani e cristiani, di africani e italiani, di immigrati e persone con la cittadinanza. È questione di riconoscersi nei diritti fondamentali della Costituzione: se ammetti tutto quello che la Costituzione garantisce, allora puoi entrare nel paese, e puoi starci, e la tua partecipazione anzi ci può arricchire; se dissenti, è meglio se te ne stai fuori.

Per questo a quei musulmani (che ho visto citati dagli organi di stampa) che dicono «No alla violenza, però sulla religione non si deve scherzare», io direi: «Allora meglio che non vieni in Italia, amico, perché io non sono disposto a perdere la mia libertà di parola per te». Ma lo stesso secondo me bisognerebbe dirlo a quegli italiani ultracattolici che pensano che non si debba scherzare su Dio, Gesù e i santi: «Se non ti va bene che io scherzi sulla Madonna e San Giuseppe, be’, quello è il confine. Chiedi asilo in Città del Vaticano o altrove, vedi tu». Stessa cosa per chi non accetta l’esistenza dei gay, degli immigrati in quanto tali, delle fedi diverse da quella cristiana.

Puoi dissentire con una vignetta, con uno stile di vita o con un pensiero, non con il diritto a esprimere quel pensiero, a vivere quella vita o a disegnare quella vignetta.

Il problema, insomma, non è dove sei nato o in che cosa credi; ma se accetti le regole del gioco. Se non le accetti, meglio che non giochi.

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