Perché domani non faccio sciopero

Due o tre cose sullo sciopero generale della scuola di domani ci tenevo a dirle. E – premessa – non lo faccio per difendere o per attaccare Renzi, di cui mi interessa poco o nulla; vorrei provare a parlare del testo della riforma. Se siete a favore di Renzi o contro Renzi per partito preso, questo post non fa per voi.

1) Leggendo il testo del ddl “La buona scuola” (qui un sunto e i link per scaricarlo), questa è nettamente la miglior riforma della scuola proposta negli ultimi trent’anni – e forse anche di più, ma quelle più vecchie non le conosco. Docenti neoassunti chiamati dai presidi in base al curriculum (magari!), docenti che possono valutare le offerte anche di più scuole con una programmazione almeno di tre anni (magari!), 500 euro a docente ogni anno per formazione e autoformazione (magari!), incentivi in base alle innovazioni nel metodo didattico e nei risultati raggiunti dai propri studenti (magari!), super immissione in ruolo e risarcimento per precari (magari!), anno di prova con ispezioni in classe (magari!), soldi per il piano digitale (magari!) e altro ancora. Avercele avute prima, di novità del genere (che tra l’altro sono la norma in molti paesi europei: e non sto parlando di dittature, ma di democrazie che funzionano anche meglio della nostra).

2) Dite: è tutta facciata. Vi rispondo: è una critica che si può muovere a qualsiasi riforma, buona o cattiva che sia; casomai dovremo vedere se funziona, se raggiunge gli scopi che si è prefissata, ma bisognerà almeno prima provare a metterla in pratica. Dite: ora i presidi potranno assumere chi vogliono e cacciare chi gli è antipatico, chi si ribella, chi non è d’accordo con le direttive imposte dall’alto. Vi rispondo: a parte che non è affatto così (il problema, casomai, riguarda i neoassunti), ma in fondo non lo fanno già? Io l’ho visto fare molte volte anche col sistema attuale: se un preside sa come muoversi, sa già come fare a cacciarvi dalla sua scuola. Dite: si potevano fare molte più cose. Vi rispondo: vero, ma qualcosa è meglio di niente (ed è più di quanto abbiamo mai visto, siamo onesti). Dite: si daranno ancora più soldi alle private. Rispondo: ok, su quello si può discutere, ma è un problema su dieci proposte avanzate; davvero volete bloccare una riforma così grande perché non ve ne piace una piccola parte? Se vivete in un mondo in cui ottenete sempre tutto quello che volete, ditemi come ci si arriva ché mi ci trasferisco anch’io. Dite: la valutazione dei docenti verrà usata per dare soldi a chi rientra tra i preferiti del preside. Rispondo: guardate che è già così (vogliamo parlare delle funzioni strumentali? O di certi corsi che vengono autorizzati non si sa bene perché? O di altre magagne che sono presenti in qualsiasi scuola?), ma c’è anche la possibilità che qualcuno prenda dei soldi per effettivi meriti, una volta tanto. La vera domanda è piuttosto un’altra: di cosa avete paura? Della valutazione? Delle prove Invalsi? E non pensate che la scuola – dove chiunque ancora oggi può indifferentemente insegnare oppure leggere il giornale in classe (e succede, altroché se succede), a sua discrezione – abbia bisogno di un minimo di controllo?

3) Domani, per lo sciopero generale, la mia scuola ha obbligato gli studenti a restare a casa, evidentemente perché non c’è il personale per garantire la sorveglianza. E a me questo scoccia parecchio: perché avevo tre ore e volevo andare avanti col programma, perché volevo spiegare la Dialettica trascendentale di Kant in quarta, perché volevo parlare della Scuola di Francoforte in quinta, perché in terza volevo presentare le prove su Dio di Sant’Anselmo. Certo, si recupera alla volta dopo; però ogni ora persa è un po’ di programma in meno a fine anno, un po’ di cose che non riesco a comunicare, a far passare. Voi volete scioperare? Benissimo, scioperate. Ma io voglio fare lezione. Chiamatemi crumiro o come vi pare, ma io non voglio perdere ore per colpa delle paure di qualcun altro. Io voglio poter far lezione.

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