Nel 1992, ne Il secondo diario minimo, Umberto Eco pubblicò un breve ma gustoso divertissement in cui raccontava di aver incrociato per caso a New York l’attore Anthony Quinn. Scriveva di non averlo riconosciuto subito, ma di aver pensato che quella persona fosse un parente, un amico di cui al momento non ricordava il nome, e questo spunto serviva a Eco per parlare della difficoltà che a...
Storia della mia ironia cattiva
S